Con una carriera che affonda le radici nei primi anni Duemila, Timothy Cavicchini si conferma come uno degli artisti italiani più autentici e appassionati della scena musicale. Dopo il successo di progetti passati, Timothy torna a far parlare di sé con il suo nuovo singolo Guido, un brano intenso e personale che esplora il rapporto tra un padre e un figlio, le dinamiche familiari e il significato più profondo del tempo trascorso insieme.
In questa intervista, Timothy si racconta con sincerità, offrendo uno spaccato unico del suo percorso artistico e umano. Dalle prime esperienze musicali al desiderio di vivere la musica come unico e imprescindibile progetto di vita, l’artista condivide riflessioni sulla scrittura, sui suoi rituali creativi (o, come lui stesso confessa, la loro mancanza), e sul significato emotivo che sta alla base di Guido.
Qual è stato il momento che ti ha fatto dire “voglio fare musica”?
Il mio primo disco risale al 2003 e facevamo già musica dal 2001 tuttavia Fino al 2010 ho rincorso il sogno come molti colleghi artisti, ritagliandomi momenti dalla mia attività principale, per andare a cantare, da lì in poi ho ragionato come fosse l’unica cosa che posso fare, nel bene e nel male.
Come nasce una tua canzone? Esiste qualche ritualità dietro l’atto della scrittura?
Non proprio anzi, sono proprio disordinato nella scrittura, é più una necessità che si presenta in alcuni momenti della giornata. Nelle note del cellulare avrò una 15ina di testi scritti e non ancora musicati, scrivo ovunque, ho scritto una canzone anche in sauna… beh non portate il cellulare in sauna.
È uscito il tuo nuovo singolo: ce lo racconti in poche parole?
Guido é un consapevole grido d’aiuto di un padre nei confronti del figlio. Un padre che ha passato la vita a lavorare e a pensare agli affari che si ritrova improvvisamente senza l’affetto più grande, perché non coltivato.
Ci racconti il percorso emotivo che ti ha portato alla realizzazione del pezzo?
Una delle fortune legate al mio mestiere, é poter crescere i miei figli, stare con loro il giorno e lavorare la notte, questo mi permette di guardare, di capire, di vedere cosa succede, la maggior parte dei genitori parla di soldi, di business, di come sia dura andare avanti e io lo so bene, ma intanto la vita dei nostri figlioli passa: io voglio invecchiare amato dalla mia famiglia, il contrario mi terrorizza.
Al singolo si accompagna anche un videoclip. Ce ne vuoi parlare?
La regia é di Stefano Di Giovanni, nel video si intrinseca la vita attuale di Guido che pensieroso passa le giornate ad immaginare come sarebbe poter vivere la quotidianità del figlio, al mio cantato, diciamo che nel video sono il figlio di Guido, tutti abbiamo avuto il padre nella “Guido’s attitude” almeno una volta.
Qualche anticipazione per i tuoi prossimi lavori e impegni?
Mi godo un pochino Guido, ma abbiamo già presentato “May Day messaggio dalla terra” ad Una voce per San Marino, siamo in attesa, in più voglio portare la mia storia nei teatri un mix tra musica e story telling a tratti satirico direi, tipo come sopravvivere in Italia con la musica senza essere troppo famoso e non aver mai partecipato all’isola dei famosi! 😂
Grazie ragazzi!