Il pessimismo sincero di “Esondazioni” di Esserescoria

L’album di debutto di Esserescoria, “Esondazioni”, si presenta come un lavoro sinceramente pessimista. Attraverso 12 brani che oscillano tra sarcasmo e aperta disillusione, l’artista esplora i valori anti-umani che permeano la nostra società. Tuttavia, nonostante la natura cupa del disco, emerge una sottile apertura alla speranza di miglioramento, incitando l’ascoltatore a riflettere sui propri valori e a cercare una via verso la guarigione.

Qual è stato il momento che ti ha fatto dire “voglio fare musica”? 

Prima volta da bambino, non avevo niente a che fare con la musica, non mi piaceva particolarmente e non ne ero interessato, però un giorno mi sono messo a giocare e inventare al pianoforte e ho pensato “questo è quello che farò da grande”.

Puoi condividere il processo creativo di una tua canzone? Esiste una sorta di ritualità o metodologia di scrittura che caratterizza il tuo approccio creativo?

Parto sempre da riffs di chitarra suonati in  sessioni di improvvisazione libera perchè di base nasco chitarrista e  per ora ho sempre prediletto l’ istinto come innesco della miccia creativa.

Ma non basta, perchè se anche si può jammare per ore e ore bisogna anche saper riconoscere, appena si presenta, quella combinazione di note e ritmo che sono l’ embrione di un pezzo.

Quindi improvvisare si, ma con una mente già proiettata alla ricerca di qualcosa di più solido.

Dopodichè vado con la voce perchè se già voce e chitarra fanno funzionare il pezzo da soli, beh, in fase di arrangiamento sarà tutto più semplice.

“Esondazioni” offre una riflessione critica sulla società. Quali sono le influenze, se presenti, provenienti da altre forme d’arte o movimenti culturali che hanno contribuito a plasmare il tuo approccio a questo lavoro?

Sono influenzato dai movimenti caratterizzati da consapevolezza e da battaglie contro l’ assopimento dell’ uomo ad un modo di vivere non rispettoso nei confronti della natura umana stessa e il pianeta dove viviamo.

Queste caratteristiche permeano trasversalmente diverse realtà artistiche e culturali a partire da quelle ambientaliste, quelle contro lo sfruttamento nel lavoro e quelli che sensibilizzano lo spettatore al tema dell’ incarnazione di distopia nella realtà umana.

A proposito di quest’ultima il brano Specchi Oscuri è ispirato allo show televisivo black mirror e ne eredita persino il nome.

E’ un brano che parla della nostra dipendenza agli schermi, al tempo che buttiamo a creare un alter ego digitale e a quanto male questo ci fa.

Tra tutte le tracce del nuovo disco, c’è una particolare canzone a cui sei emotivamente più legato? Qual è il motivo di questa connessione speciale? 

Emotivamente “Vecchie Polariod” perchè parla di un’amicizia finita, con tutto il carico emotivo che una cosa del genere può portare.

Anche “Sposare l’Insonnia” perchè arriva da una poesia scritta in un periodo di instabilità mentale.

Insomma, le uniche due canzoni autobiografiche, come è normale che sia. 

Puoi darci qualche anticipazione riguardo ai tuoi prossimi progetti musicali e agli impegni che ti aspettano nel futuro prossimo? 

Tenetevi sintonizzati sui miei canali social perchè ci saranno molte novità, in primis sui live!

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