Moro ci racconta il singolo “Non Fa Per Te”

Moro dimostra con “Non Fa Per Te” di essere un artista che non teme di alzare la voce e di affrontare le questioni più scottanti del nostro tempo. Il suo linguaggio crudo e le sue argomentazioni senza compromessi fanno di questo brano un manifesto di consapevolezza e di impegno sociale.

Qual è stato il momento che ti ha fatto dire “voglio fare musica”?

A questa domanda non saprei rispondere con precisione. Penso sia stato un percorso iniziato quando mi sono avvicinato al Rap. Quando ho scoperto questo genere sono rimasto subito sbalordito, perchè sentivo dire nei testi cose che non avevo mai sentito, e che in altri generi nessuno si sarebbe sognato di dire. Al di là del turpiloquio venivano trattati molti temi in maniera diretta e cruda senza la benchè minima censura. Col tempo ho iniziato a scrivere, anche se per molto tempo effettivamente non ho mai fatto nulla, poi da un giorno all’altro mi sono ritrovato, grazie ad uno dei miei migliori amici, in uno studio e da quel giorno non mi sono più fermato.

Come nasce una tua canzone? Esiste qualche ritualità dietro l’atto della scrittura?

Le mie canzoni nascono in diversi modi, ma principalmente li possiamo sintetizzare in due categorie.

La prima riguarda i pezzi più introspettivi, i quali di solito nascono in momenti in cui ho bisogno di parlare di una determiata situazione o di qualcosa che provo, o che ho provato, in un preciso momento. Spesso in questi casi mi ritrovo in studio con delle idee, che possono riguardare il testo, il beat, le vibes ecc.. del brano che voglio fare e poi ci mettiamo a lavorare partendo da zero fino alla sua realizzazione.

La seconda categoria riguarda i brani più “leggeri” dove di solito mi ritrovo ad ascoltare in loop cartelle di beat, fino a quando mi viene un’intuizione ed inizio a scrivere su uno di essi, poi una volta fatta la demo se ci sembra valida portiamo avanti il lavoro, altrimenti viene scartato e passiamo al prossimo.

È uscito il tuo nuovo singolo: ce lo racconti in poche parole?

Più che un vero e proprio singolo io lo considero un apripista per il disco, infatti, tolto il Prologo iniziale, è il primo brano dell’album. Ci serviva qualcosa di forte per dare il via alle danze, e non c’era niente di meglio di un brano dove mi tolgo tanti sassolini dalle scarpe e non risparmio nessuno.

Ci racconti il percorso emotivo che ti ha portato alla realizzazione del pezzo? 

Più che percorso emotivo il brano è nato appunto da un bisogno di rivalsa.

Volevo mettere in chiaro quello che è stato il mio percorso e i miei miglioramenti, e anche quelli del mio producer Criss Bone.

Al singolo si accompagna anche un videoclip. Ce ne vuoi parlare? 

Il video lo abbiamo girato a Montecatini, a differenza di altri video come ad esempio quello di “Tiger Woods” dove abbiamo fatto una roba molto elaborata, abbiamo puntato su qualcosa di semplice, perchè volevamo incentrare l’attenzione sul brano ed il testo, dato che quest’ultimo è molto complesso anche se magari al primo ascolto non risulta, però ci sono diversi piani di lettura.

Qualche anticipazione per i tuoi prossimi lavori e impegni?

Io sono sempre molto produttivo, infatti ho già diversa roba che bolle in pentola, sicuramente qualcosa da qui all’estate tirerò fuori. Dobbiamo decide soltanto i modi e i tempi, ma questo dipenderà anche da come andrà l’album. Per il momento la mia concentrazione è rivolta a questo, come giusto che sia.