MoTs: intervista al duo per l’uscita di “Promised Land”

Oggi abbiamo il piacere di conoscere il duo dei MoTs, composto da Nichola Belli, conosciuto come “Nichel”, e Andrea Quadrelli, noto come “Osea”. Sono qui con noi per presentare il loro ultimo singolo, “Promised Land”, un brano che affronta il tema dell’amore in modo non convenzionale, utilizzando parole fuori dagli schemi tradizionali.

Parliamo un po’ della vostra band. Come è nata l’idea di formare i Mots, e quali sono le vostre principali influenze musicali?

Ci siamo incontrati alla finale del primo Festival di Rimini, eravamo entrambi finalisti come autori, e in quell’occasione abbiamo avuto la possibilità di ascoltare l’uno le canzoni dell’altro. Visto che ad entrambi piaceva quello che facevamo, abbiamo deciso di iniziare a collaborare creando un progetto che ci permettesse anche di spaziare rispetto a quello che facevamo di solito. Di influenze musicali ne abbiamo anche di molto diverse. Ovviamente da autori non possiamo che lasciarci piacevolmente influenzare dal cantautorato italiano, ma per quanto riguarda l’aspetto puramente musicale abbiamo voluto contaminare quel tipo di mondo con uno apparentemente lontanissimo che è quello dell’elettropop.

Come avete lavorato insieme alla creazione di “Promised Land”? Ci sono stati momenti particolarmente significativi o sfide durante il processo di composizione?

In realtà abbiamo un metodo di lavoro abbastanza rodato, e questo pezzo non fa eccezione. Di solito Nichel butta giù un’idea musicale in finto inglese e Hosea si lascia ispirare scrivendo un testo che sia adatto a quel tipo di mood. In generale questo secondo EP è stato più impegnativo ma sicuramente anche più soddisfacente. Avevamo un’idea più chiara di chi fossero i MoTs, del loro sound, però sentivamo anche di doverci mettere un impegno maggiore.

La vostra musica è spesso descritta come elettropop. Come avete sviluppato il vostro stile distintivo, e cosa credete che lo differenzi dalle altre proposte nel genere?

Lo sviluppo del nostro stile è stato graduale. Alcune delle primissime canzoni erano degli adattamenti più elettronici di canzoni che avevamo già scritto, ma ci è servito perché il distacco dalle nostre precedenti produzioni come singoli non fosse troppo netto, e quindi meno consapevole. Man mano che registravamo il primo EP ci rendevamo conto di cosa funzionasse meglio e cosa meno. Forse la cosa che più ci differenzia è la densità del testo, rispetto ad altre canzoni di questo genere. Ci sono molte parole nelle nostre canzoni, una cosa che appunto sarebbe più tipica del cantautorato classico. Ovviamente è sempre un rischio ed una sfida perché in questo genere deve comunque rimanere abbastanza centrale anche il ritmo della musica, ma piano piano sentiamo di trovare sempre più l’equilibrio giusto

“Promised Land” sembra essere un brano molto intenso sia a livello emotivo che musicale. Qual è il messaggio principale che volete comunicare attraverso questa canzone?

Forse questa canzone è una di quelle che meglio unisce i due lati più caratteristici dei nostri testi. Da una parte ci sono temi sociali, dall’altra quelli più intimisti e legati ai sentimenti. Promise Land unisce entrambi perché, pur parlando chiaramente dell’amore per un’altra persona, descrive questa persona come un luogo di pace che tutti cerchiamo di raggiungere a fatica, anche come società. Effettivamente crediamo che una serena condizione sociale si possa concretizzare solo tramite l’amore e il rispetto che proviamo verso gli altri. Bisogna forse vivere l’amore negli ambiti più piccoli e personali perché si possa poi espandere al resto delle persone.

Cosa possiamo aspettarci dai MoTs nel prossimo futuro?

Onestamente non lo sappiamo bene nemmeno noi, siamo quasi in chiusura con il nostro secondo EP ma da lì in poi ci sarà ancora una nuova fase nella quale vorremmo evolvere ulteriormente. Ci piacerebbe osare un po’ di più e provare a metterci in difficoltà sparigliando le carte. E poi stiamo iniziando a pensare anche ai live. Avendo ormai un repertorio più nutrito ci piacerebbe poter suonare le nostre canzoni e vedere la risposta del pubblico.