Quando l’amore resiste alla nebbia – Alberto Bertoli racconta il suo nuovo singolo

Alberto Bertoli - ph. by Rita Basta
Alberto Bertoli – ph. by Rita Basta

Alberto Bertoli torna con una nuova canzone intensa e poetica, “Amore mio”, un brano che attraversa la nebbia della via Emilia e approda al mare d’Irlanda grazie alla collaborazione con i Modena City Ramblers. Una fusione di anime e stili per raccontare un amore che resiste al tempo e alle difficoltà. Lo abbiamo intervistato per scoprire la genesi e il significato più profondo del pezzo.

Alberto, com’è nata l’idea di “Amore mio”?

L’idea di amore mio è nata pensando che questo sentimento tanto blasonato da tutti i poeti e scrittori di canzoni del mondo ha in sé un potenziale così grosso solo se viene capito e compreso fino in fondo. Molte delle persone pensano che basti sentire le farfalle nello stomaco per rimanere innamorati della stessa persona per tutta la vita, l’amore è un impegno bellissimo ma è un impegno a tutti gli effetti. Di avversità e difficoltà devono essere vinte insieme, basandoci appunto su questo sentimento.

La collaborazione con i Modena City Ramblers sembra perfetta: come si è sviluppata?

In realtà io avevo già testo e melodia della canzone e mi è sembrato che fosse naturale e non ci fossero persone migliori di loro per cantare questo brano con me creandogli un vestito adatto. Ho chiamato i ragazzi gli ho fatto sentire il brano a cui loro è piaciuto molto, così l’hanno completato in alcune parti del testo e hanno fatto un arrangiamento che secondo me è perfetto.

Nel testo parli di un amore che resiste al tempo. C’è qualcosa di autobiografico?

Tutte le canzoni che scriviamo e che arrivano al cuore delle persone hanno di dentro qualcosa di autobiografico. Ho avuto la fortuna di trovare la persona giusta e sono molto fortunato, non so se possono tutti dire la stessa cosa. In più in casa entrambi noi abbiamo avuto due esempi molto importanti di quello che significa avere una relazione basata sull’amore per tanti anni e continuare a lottare insieme.

Il folk ha sempre avuto un ruolo nel tuo percorso musicale. In cosa è diverso stavolta?

La parte che diverge di più in questo caso è che solitamente con il folk si sentono brani un tempo con un gran tiro che fanno muovere le persone e la piazza. In questo caso è una Ballad e la scommessa era veramente grossa, così come lo è la quella dell’amore. Devo dire che nonostante sia più complicato dei brani veloci, l’arrangiamento è venuto fuori naturalmente e velocissimamente e sono molto contento.

Che immagini volevi evocare con frasi come “la spuma della terra in cui son nato”?

Sicuramente la frase più intensa del testo, dipinge la persona che è di fianco all’altra come la spuma del vino versato nel bicchiere, cioè la parte più brillante e mossa di tutto il liquido. Il nostro vino è Lambrusco e infatti spuma. Ovviamente si fa riferimento anche alla terra, la nostra, l’Emilia-Romagna, cioè il posto dove siamo nati e dove è anche il nostro amore nato. Quindi un vino che ha le sembianze dell’amore cioè sfumato e brillante, ma anche intenso, forte e deciso.

Dopo “Amore mio” hai sono nuovi progetti in cantiere?

Si ho tanti progetti però purtroppo ancora non abbiamo deciso la nostra direzione, il calendario è già pieno di concerti ed esibizioni quindi, come dice il mio amico Claudio Baglioni, “strada facendo” vedremo.

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