Quattro chiacchiere con il cantautore Giuseppe Cucè

Quattro chiacchiere con Giuseppe Cucè che ha pubblicato “Ventuno” è un brano che si propone come un viaggio alla scoperta dei meccanismi psicologici che generano il “ricatto morale” e il senso di colpa.

Qual è stato il momento che ti ha fatto dire “voglio fare musica”?

Considerando il tempo come percorso e ciò che siamo il mezzo che ci conduce, è necessario avere delle tappe, delle soste durante questo viaggio, ed ogni sosta rappresenta la possibilità di conoscersi meglio e di capire i propri limiti e le proprie attitudini. Quindi senza prestabilire nulla succede che in una di queste tappe si concretizza il bisogno di fare musica ed esprimersi attraverso essa…

Come nasce una tua canzone? Esiste qualche ritualità dietro l’atto della scrittura?

Tutto avviene in maniera abbastanza naturale… attraverso le esperienze formiamo il nostro carattere così come nella musica, avviene che spontaneamente si caratterizza non seguendo schemi ma assecondando sé stessa.

Da tutto questo nasce una canzone, o almeno per me è così.

Puoi condividere brevemente la storia dietro il tuo recente singolo “Ventuno”, appena pubblicato?

Già dai precedenti lavori ho iniziato ad esplorare l’animo umano, un’analisi profonda dei meccanismi mentali di ognuno di noi, attraverso le mie esperienze e quelle di chi mi sta attorno cerco di comprenderne le peculiarità, i difetti ed i pregi, ciò che ci imprigiona dentro una gabbia e che non ci permette di spiccare il volo verso un futuro differente e chissà forse anche migliore.

Ci racconti il percorso emotivo che ti ha portato alla realizzazione del pezzo?

In Ventuno racconto il passaggio dal momento in cui butti giù la maschera che per troppo tempo hai portato, al momento in cui ci si assume la responsabilità di chi siamo veramente, in Ventuno c’è la ricerca della propria anima ed il peso che essa comporta, (21 GRAMMI) il bisogno di allinearsi ad essa, ricongiungersi con essa, per scoprire che la finzione fino a quel momento vissuta, era solo un fumetto disegnato a nostra misura, sicuramente differente dalla realtà vera.

Al singolo si accompagna anche un videoclip. Ce ne vuoi parlare?

Il videoclip di Ventuno è stato diretto e girato dal regista Gianluca Scalia… non è stato necessario spiegargli la canzone, poiché lui solo ascoltandola ne ha colto l’essenza…

In questo video si concretizza una realtà finta e fittizia… un po’ come la vita che viviamo al giorno d’oggi… piena di infrastrutture e cliché… come in un fumetto disegnato a nostra misura, ad essa si contrappone invece la realtà vera, quella autentica, denudata dei propri vestiti ormai logori e finalmente libera di poter essere e volare.

Qualche anticipazione per i tuoi prossimi lavori e impegni?

Sicuramente la conclusione di questo percorso si realizzerà con la pubblicazione di un album accompagnato da un altro singolo… verso la primavera inoltrata.

Per poi andare live per presentarlo al pubblico nei club…

Grazie.