Stanislao Sadlovesky, l’intervista: arriva il debut album “Il declamatore”

“Il declamatore” è il debut album dei Stanislao Sadlovesky, un viaggio profondo nell’inconscio, una vera e propria esperienza sensoriale che trascende i confini della musica convenzionale. Composto da 10 tracce, questo lavoro si presenta come un’uscita da un’anestesia totale, da un coma farmacologico, da una sedazione. È un trascorso post-operatorio, post-traumatico. È coscienza smarrita, non persa. Tra le ciglia e le pupille rimangono dei residui di ricordi, inafferrabili. È galleggiare nel Mar Morto. Eterna conversazione con sé stessi. È Verbo e Percezione. Un teatro anatomico mentale, sfiorato dalle interferenze del mondo. Una risonante solitudine dechirichiana. Riaffiorano pensieri sconnessi o semplicemente non esternabili. Odissee post-industriali e notti bianche apocalittiche. Nulla sarà più come prima. È sinfonia metafisica, una seduta di psicagogia. È il demiurgo delle stanze dell’inconscio. La voce che arriva da un Altrove soggiornante dentro noi. È diegetica in differita. 

Qual è stata la scintilla iniziale che ha fatto sì che decideste di unire le vostre forze musicali?

I due componenti della band, Massimo ed Alessandro, sono stati compagni di radio. L’amicizia è proseguita al di fuori dell’ambito lavorativo e ha dato fisiologicamente vita alla collaborazione artistica.

Il vostro nuovo album “Il Declamatore” è appena uscito: potreste darci una sintesi di cosa tratta?

È una visione cosmica allergica all’eterno intramontabile neorealismo. È un viaggio in cui perdersi e ritrovarsi rinnovati, scandito in 10 tappe.

Qual è l’elemento distintivo del disco?

È un progetto per chi ha voglia di essere stupito e sente un’esigenza di innovazione, di sperimentazione. È un mondo a sé stante, in cui le parole escono diverse da come sono entrate e in cui la musica non lascia certezze ma strascichi.

C’è una traccia dell’album a cui siete particolarmente legati? Per quale motivo?

È un album che ci suona compatto e fluido come scaletta. Per cui tutte le canzoni vengono messe tendenzialmente da noi sullo stesso piano. Sicuramente è molto particolare la prima traccia, Quella Bambola, composta praticamente solo di voci. Segnaliamo anche Gocce, in quanto dedicata ad un amico e collega di radio, nei cd e nelle cassette indicato come ADL. Il quale dovrebbe effettuare un remix proprio di entrambi questi pezzi: staremo a vedere…

Ci sono anticipazioni che potreste darci sui vostri prossimi progetti?

Per il momento siamo in piena promozione dell’album e dobbiamo occuparci solo di questo, affiancati dalla Overdub Recordings. Speriamo che venga ascoltato il più possibile, per poter in questo modo arrivare a chi lo può apprezzare veramente.